La gelosia tra fratelli è un classico nella storia delle famiglie. Ripicche, zuffe, confronti, alternati a momenti di grande slancio e affetto, sembrano far parte del modo naturale di stare insieme tra bambini della stessa famiglia. E, infatti, non va drammatizzata. Rivalità e competizione tra i piccoli che condividono casa e genitori sono in un certo senso inevitabili.
Chiunque sia genitore di due o più figli si è trovato ad affrontare situazioni o comportamenti più o meno frequenti e spiacevoli dovuti alla rivalità tra fratelli.
Il sentimento della gelosia è un sentimento normale che emerge nel bambino alla nascita di un nuovo fratello o sorella. Esprime il timore di perdere l’esclusività dell’amore delle figure amate. E’ come se il bambino ritenesse di poter essere il solo a fornire l’amore necessario ai propri genitori e a sua volta di essere il solo al quale i genitori possano rivolgere il proprio amore e le proprie attenzioni.
L’emergere di questa emozione sebbene sia spesso fonte di tensione e conflitto sia tra i fratelli che di conseguenza tra i figli e genitori, a causa delle manifestazioni più o meno intense che possono essere messe in atto, consente anche di affrontare e superare una fase dello sviluppo del bambino che lo porterà verso un’adeguata maturazione sociale ed emotiva.
Infatti imparare a gestire questa emozione fin da piccoli in maniera positiva faciliterà e renderà più serene le future relazioni sociali in età adulta.
Il rapporto tra fratelli e sorelle può dunque essere considerato ed utilizzato come una sorta di palestra emotiva attraverso la quale si costruiscono la fiducia reciproca, la tolleranza, l’adattabilità piuttosto che la diffidenza e l’individualismo nel rapporto con gli altri. Sotto alcuni aspetti, inoltre, questo potente sentimento aiuta a provare le proprie forze, confrontarsi, affermare i propri diritti, tollerare le frustrazioni, reagire, litigare e fare pace. Nel delicato compito di crescere, tra attaccamento e autoaffermazione, identificazione e differenziazione, si passa anche attraverso la gelosia. Ma è necessario smitizzarla, ridimensionarla, non lasciare che la relazione tra fratelli si assesti su questo modo conflittuale di stare insieme perché la gelosia è inevitabile, perché tanto poi passa.
Solitamente soffrono maggiormente di gelosia i primogeniti in quanto hanno vissuto per un periodo più o meno lungo l’esclusività del rapporto con i genitori. Il secondo o il terzo figlio hanno dovuto sempre dividere l’amore e le attenzioni dei genitori con gli altri fratelli, ma ciò non significa che non possano sperimentare gelosia nei loro confronti. Anche i figli unici possono provare gelosia nei confronti dei genitori ed è perciò importante che anche in questo caso essi imparino ad individuare e gestire tale sentimento nel figlio.
I litigi tra fratelli e sorelle sono inevitabili e scontati. E’ praticamente impossibile che in una casa ci siano dei bambini che vanno d’amore e d’accordo senza mai litigare. I genitori devono essere consapevoli di questo e non pretendere che non accada, sarebbe aspettarsi troppo dai propri figli.
Per esempio, sarebbe irrealistico pensare che un bambino di 2 anni, il cui vocabolario è ancora molto limitato, sia in grado di affrontare e gestire verbalmente i litigi, tuttavia fare smettere di litigare i bambini piccoli non è molto difficile. Ricordate che non sono sempre innocenti come sembrerebbero e che sono benissimo in grado di far arrabbiare e indispettire il fratello più grande. Se non avete visto come si sono svolte le cose e come i bambini sono arrivati a litigare, evitate di prendere le parti di uno dei due. Dite, per esempio: “Non importa chi ha cominciato, la regola in famiglia è che non ci si picchia”.
Quando è possibile, lasciate che i vostri figli risolvano da soli i loro problemi, a meno che la situazione non sia troppo tesa o siano arrivati alle mani. E’ importante evitare che il bambino più grande faccia del fratellino la sua vittima di dispetti e prese in giro, potrebbe ripercuotersi negativamente sulla sua autostima, farlo sentire timoroso ed incapace. Va tuttavia sottolineato che anche un bambino piccolo, nonostante sia fisicamente debole, è in grado di usare diversi modi per rigirare le situazioni a suo vantaggio, per esempio stuzzicando e prendendo in giro il fratello più grande o facendo in modo di metterlo nei guai. Stabilite delle regole chiare su quanto è permesso e vietato quando si litiga, per esempio “ Non ci si lanciano le cose addosso”.
Incoraggiate i bambini a trovare da soli una soluzione alle loro questioni, con frasi come “Mi dispiace per quello è successo, ma sono sicura che potete risolvere da soli questo problema”. È di fondamentale importanza cercare sempre di trovare una soluzione al problema e non un colpevole.
Innanzi tutto è bene ricordare che i genitori giocano un ruolo fondamentale nell’aiutare i bambini, specialmente se molto piccoli, a comprendere le proprie emozioni e a gestirle nella maniera più adeguata. Questo avrà il doppio vantaggio di risolvere i conflitti attuali all’interno della famiglia ma anche di aiutare il bambino a crescere e maturare, ad avere cioè maggiore facilità nella gestione delle relazioni interpersonali future. Se le esperienze con i fratelli e con i genitori saranno positive imparerà ad avere fiducia in ciò che sente e a gestire i sentimenti via via emergenti nei confronti delle persone con le quali entrerà in relazione.
Per ottenere questi risultati ed evitare di cadere in alcuni diffusi comportamenti che non fanno altro che peggiorare la capacità del bambino di avere fiducia in sé e di regolare autonomamente la propria emotività i genitori possono seguire alcuni suggerimenti.
È fondamentale ascoltare e rassicurare. Cercare di mettersi nei panni del bambino geloso, non mostrandosi sorpresi o impauriti dalla sua gelosia. Capire i bisogni del figlio e dunque anche le sue difficoltà consente ai genitori di mostrarsi più sereni e disponibili nei suoi confronti, pur rimanendo determinati nel porre dei limiti e nel non assecondare le pretese del figlio. Accogliere e comprendere non significa infatti darla vinta, ma aiuta al contrario a rendere anche i rimproveri o le regole, con le loro conseguenti frustrazioni, meno dolorose e più comprensibili per il bambino geloso.